La stampa Flexo, nota anche come flessografia, è un metodo di stampa rotativa diretta che utilizza lastre matrici a rilievo fatte di gomma o materiali fotopolimerici, noti come cliché.
Vediamo come funziona e in che modo si differenzia da altri metodi di stampa
La stampa flessografica utilizza lastre di stampa per trasferire il design scelto sul materiale di stampa, tali lastre di stampa possono essere fatte di fotopolimero o gomma, poiché si adattano alla superficie su cui devono stampare e durano a lungo.
Questo tipo di stampa è chiamato “flexo” o “flessibile” perché le lastre di stampa sono per l’appunto, flessibili.
Le lastre di stampa vengono create utilizzando una tecnologia “dal computer alla lastra di stampa”.
- Come accennato esistono due tipi principali di lastre di stampa:
Fotopolimero: Queste lastre sono realizzate da uno strato fotosensibile che viene esposto alla luce UV attraverso un negativo del design. Le parti esposte induriscono, creando l’immagine in rilievo. - Gomma: Le lastre di gomma sono più economiche e flessibili. Vengono utilizzate per stampe meno complesse o per applicazioni temporanee.
La scelta tra fotopolimero e gomma dipende dalla qualità richiesta e dalla durata prevista delle lastre.
Durante il processo, l’inchiostro viene applicato attraverso rulli collegati alle lastre di stampa, assicurando che i colori non si mescolino.
La stampa può essere fatta con i colori CMYK o Pantone, ma generalmente si utilizzano colori Pantone, poiché ogni lastra di stampa può contenere un solo colore.
- Gli inchiostri utilizzati nella flessografia sono specifici per questo processo, alcuni sono a base d’acqua, raramente a base solvente.
- Gli inchiostri a base d’acqua sono più ecologici e vengono spesso preferiti.
- Gli inchiostri devono essere compatibili con il tipo di materiale di stampa (carta, plastica, tessuto, ecc.)
Gli inchiostri utilizzati nella flessografia sono solitamente privi di solventi, come quelli ad acqua.
Le matrici sono inchiostrate attraverso un rullo dosatore chiamato “anilox”, formato da celle che trasferiscono l’inchiostro sul cliché, che a sua volta lo deposita sull’imballaggio.
La flessografia può essere utilizzata su vari materiali, come carta, film plastici, etichette autoadesive e imballaggi flessibili.
La scelta del supporto dipende dall’applicazione finale e dalle esigenze del cliente.
Differenze rispetto ad altri metodi di stampa
- Costo ed efficienza: La flessografia è estremamente efficiente per grandi quantità di copie, mantenendo un’alta qualità di stampa. Tuttavia, l’impostazione e l’utilizzo sono costosi, quindi viene spesso utilizzata per grossi volumi di stampa.
- Tampografia: La tampografia è più adatta per quantità minori, mentre la flessografia è preferita per grandi quantità.
- Litografia e Cromolitografia: La flessografia utilizza lastre matrici a rilievo in gomma e materiali fotopolimerici, mentre queste altre tecniche utilizzano processi diversi.
Anni fa Esko ha introdotto la tecnologia HD Flexo nel settore della stampa flessografica, ed oggi questa tecnica può
ora competere con l’offset per le etichette di qualità e con il rotocalco per gli imballaggi flessibili.
Flexo garantisce uniformità di stampa, colori
accesi e qualità superiore, ha inoltre aiutato una standardizzazione della stampa flessografica trovando il gradimento dei marchi, inoltre danno la possibilità di conversione dalla stampa offset e rotocalcografica alla stampa flessografica.
In sintesi, i transfer per la stampa flexo sono parte integrante del processo e contribuiscono alla qualità e all’efficienza della produzione, risultando una scelta eccellente per la produzione su larga scala, garantendo qualità e durata delle lastre di stampa.
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